Prima di scendere in Italia, Serlone II si recò all’abbazia di Mont-Saint-Michel per compiete sette giorni di penitenza e chiedere la benedizione del Sant’Angelo al suo viaggio. In un passato non tanto lontano, si era recato lì il duca Riccardo, che aveva avuto con suo nonno Tancredi un rapporto meno turbolento di quello tra il duca Roberto e suo padre, ed era rimasto indignato dal lassismo dei canonici, che delegavano il culto a chierici salariati. Aveva ottenuto quindi da papa Giovanni una bolla che gli concedeva l’autorità di ristabilire le giuste norme nel monastero, fondandovi una nuova abbazia benedettina con monaci provenienti da Saint-Wandrille di Fontenelle . Ora ciò che vedeva era un’abbazia dove i canonici si dedicavano con tutto il loro impegno a Dio, e nessuno diceva che fossero avari e cupidi di denari, concupiscenti o infingardi. Provenienti in quei giorni da Saint-Wandrille di Fontenelle non dei nuovi monaci, bensì due altre anime che l’abate disse che voleva
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