Noi siamo i migliori, di Alfredo Cosco - Recensione
Nell’immaginario
collettivo il cavaliere è una figura elevata, che indossa
un’armatura che lo ricopre dalla testa ai piedi e compie gesta per
aiutare coloro che ne hanno bisogno, come le fanciulle indifese e le
vittime di soprusi da parte di uomini ingiusti. Ma questa è una
concezione artificiale creata innanzitutto dai romanzi cortesi, come
quelli di Chrétien de Troyes, e da autori romantici come sir Walter
Scott. Testi di innegabile qualità letteraria e grande valore
storico, ma di rado fedeli alla realtà dell’epoca che descrivono.
“Noi
Siamo i Migliori” invece ci mostra un mondo duro e realistico. È
un tempo che precede il mondo della letteratura cortese in cui sono
vissuti Eleonora d’Aquitania o Riccardo Cuor di Leone. Un tempo in
cui il codice d’onore cavalleresco ancora non esisteva e i
cavalieri normanni erano predoni e banditi in cerca di terre e
ricchezze, sebbene alcuni di loro fossero pure animati da un sincero
fervore religioso. Nel
libro di Alfredo Cosco, questo è il caso di Ansketil
(Asclettino
I Drengot, un personaggio storicamente esistito, così come altri che
compaiono nel romanzo).
A
quei tempi, il bottino di guerra poteva essere considerato anche una
benedizione, un mezzo attraverso il quale Dio dimostrava la sua
approvazione ai guerrieri.
La
guerra era già molto presente nell’Antico Testamento; e non si può
negare l'influenza del paganesimo germanico nel cristianesimo
medievale: tra i normanni, il culto di San Michele talvolta assumeva
caratteristiche che ci possono far pensare alla bellicosità di dei
norreni come Tyr o Thor; e nel libro ci sono diversi momenti in cui
quest’influenza si fa eclatante, vuoi attraverso le reminiscenze
delle storie antiche, di leggende come quella del Valhala, vuoi per
la persistenza dei sacrifici animali che fanno venire il ribrezzo ad
Ansketil.
I
personaggi del romanzo sono descritti in modo fedele allo spirito
della loro epoca e partecipano a battaglie e intrighi. Lo stile di
scrittura è schietto e diretto e mi ha fatto ricordare certi testi
medievali come la cronaca di Guglielmo di Puglia sulle gesta di
Roberto il Guiscardo e le saghe norrene, che di certo hanno fornito
valide ispirazioni all’autore.
“Noi
siamo i migliori” piacerà soprattutto a lettori che apprezzano
romanzi storici “carichi di testosterone”. E a quelli che cercano
un’avventura che si legga velocemente e in maniera piacevole, che
permetta loro di calarsi in mezzo alle scorribande dei normanni.
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