Umiliati ed Esaltati : Capitolo I - II
Ruggero d’Altavilla si destò, insonnolito e con il mal di testa; era il primo a rimettersi in piedi. Sbocciava il sole. Si ricordò che, quando era sul punto di addormentarsi, il moccolo di candela che bruciava sul tavolo si stava spegnendo e mandava appena qualche scintilla di tanto in tanto. Era sopraggiunto il buio completo in quel salone ingombro di donne di malaffare, che giacevano accanto ai suoi commilitoni, tutti stramazzati sul pavimento. Si vedevano qua e là un pagliericcio come il suo. Gli altri erano distesi sul legno. Quella sera avevano celebrato la conquista di Squillace. Comprensibile che i suoi militi – e anche lui – avessero voluto divertirsi in modo sfrenato una volta concluso l’assedio, il periodo più lungo quello in cui non avveniva nulla fuorché minacce da una parte e dall’altra, qualche pietra ogni tanto scaraventata dalle catapulte, seguito da una fase di scontri, più corta, ma lancinante, che li aveva sfiancati. Il tedio era sminuito, ma il pericolo